Stati Uniti

stati_uniti

Sei stati della Confederazione americana stanno introducendo disegni di legge che espandono la legislazione esistente riguardo morire con dignità o aprono l’accesso per la prima volta. E altri sono in arrivo. Ecco cosa è successo nelle prime due settimane di gennaio 2023.

Lo stato New York

Il membro dell’Assemblea dello Stato di New York Amy Paulin ha ripresentato la legge sull’Assistenza Medica a Morire (Medical Aid in Dying Act n. A995) per essere calendarizzata. Il disegno di legge, modellato sulla legge dell’Oregon ma con alcuni miglioramenti notevoli perché non include un requisito di residenza o un periodo di attesa per ricevere l’approvazione del medico. Il senatore Brad Hoylman introdurrà presto un disegno di legge complementare al Senato dello Stato di New York.

Connecticut

Il 17 gennaio 2023, l’Assemblea generale del Connecticut ha introdotto la legge n. HB05487, che è una legge sull’assistenza medica a morire modellata sulla legge “Morire con Dignità (Death with Dignity Act dell’Oregon), e la legge HB05486, che afferma che se viene approvata una legge riguardo l’assistenza a morire, il certificato di decesso deve indicare che la causa del decesso è stata “suicidio”. Lo scopo dichiarato è quello di far sapere ai parenti più prossimi che il paziente è morto per “suicidio assistito”. Questo è un ottimo esempio di come gli oppositori alla legge cercano di far vergognare pazienti, familiari e professionisti dell’assistenza medico a morire.

Lo stato di Washington

La legge “Morire con Dignità (Death with Dignity Act) di Washington è entrato in vigore nel 2009 e l’anno scorso i legislatori hanno tentato di modificare il disegno di legge per espandere l’accesso. Il 9 gennaio 2023, un gruppo di legislatori ha reintrodotto il loro disegno di legge (HB1035), che vieta alle entità sanitarie di limitare la capacità nell’eseguire l’assistenza medica a morire.

Un secondo emendamento, più ampio, è stato introdotto sia alla Camera che al Senato. Tali progetti di legge (SB 5179/HB1281) dovrebbero:

  • Consentire a medici, assistenti medici e infermieri di approvare la richieste per l’assistenza a morire e prescrivere i farmaci necessari.
  • Espandere l’elenco dei professionisti qualificati della salute mentale che possono confermare la capacità di decidere del paziente quindi consapevole delle conseguenze della sua richiesta di assistenza medica a morire.
  • Modificare il periodo di attesa da quindici a sette giorni, che può essere ignorato se non ci si aspetta che un paziente sopravviva a tale periodo o sta vivendo una sofferenza intrattabile.
  • Consentire a un’altra persona, come richiesto dal paziente con la richiesta dell’assistenza a morire accolta, di ritirare il farmaco letale. Inoltre, i farmaci potrebbero essere consegnati tramite un servizio di consegna, incluso il servizio postale degli Stati Uniti o una società privata di consegna pacchi simili previo, al momento della consegna. la firma del paziente o suo delegato.

Oregon

Un emendamento alla legge “Morire con Dignità” (Death with Dignity Act – HB2279) in vigore dal 1997 nell’Oregon è stato introdotto su richiesta dell’Autorità Sanitaria dello Stato e ha avuto la sua prima lettura il 10 gennaio scorso. Questo emendamento eliminerebbe il requisito di residenza nell’Oregon, sulla base di un recente caso della Corte dell’Oregon che chiede la rimozione della disposizione. Il disegno di legge è stato deferito al comitato per la Salute Comportamentale e l’Assistenza Sanitaria.

Indiana

In Indiana, il parlamentare Matt Pierce ha presentato la proposta di legge HB1011, un disegno di legge sulle opzioni di fine vita, per il terzo anno consecutivo. Questo disegno di legge è direttamente modellato sulla legge in vigore nel Oregon. Se approvato, questo sarebbe il primo stato del Midwest con una legge che permette l’assistenza a morire.

Virginia

Il senatore Ghazala Hashmi ha presentato la legge riguardo l’assistenza sanitaria, il processo decisivo, il fine-vita e il regime penale (proposta di legge n. SB930), che è molto simile alla legislazione in vigore nel Oregon, ma non include un periodo di attesa obbligatorio di 15 giorni.

La Virginia sarebbe il primo stato del sud a seguire l’esempio.

Johannes Agterberg    20 gennaio 2023

Fonte: Newsletter Death with Dignity – Sati Uniti

Riepilogo

Il disegno di Legge stabilisce disposizioni che disciplinano la prescrizione, l’erogazione e la somministrazione di sostanze controllate per porre fine alla vita di un malato.

Data della presentazione: Martedì 9 febbraio 2021,

La proposta non è ancora calendarizzata per discussione nelle Commissione o nel Parlamento.

Prima di continuare con la descrizione delle disposizioni più significativi seguono alcune informazioni.

Lo Stato di Nevada ha 3 milioni di abitanti.

In 2017 il Public Policy Pollings (ente statale) ha effettuato un sondaggio per conoscere l’opinione dei cittadini.

I risultati sono i seguenti:

  1. Voto complessivo
  • 72% è fortemente o alquanto favorevole;
  • Mentre 23% è contrario.
  1. Suddiviso per gender
  • Donne 69%;
  • Uomini 76%.
  1. Orientamento politico e origine
  • Democrati 80%;
  • Repubblicani 66%;
  • Indipendenti 67%;
  • Ispanici 63%;
  1. Religione
  • Cattolici 76%;
  • Protestanti 65%;
  • Nessuna 80%,
  1. Età
  • Da 18 a 29 anni 54%;
  • Da 30 a 45 anni 63%;
  • Da 46 a 65 anni 76%;
  • Oltre 65 anni 81%.

Dette risultati sono in linea con quelli espressi dagli americani secondo un sondaggio pubblicato da Gallup il 12 giugno 2017.

Il supporto per la proposta cresceva man mano che gli intervistati avevano avuto più informazioni sulle disposizioni contenute nel disegno, la percentuale per i favorevoli incrementava con 3 punti cioè 75%.

Gli elettori sono stati maggiormente convinti dalle salvaguardie contenute in un una legge per quanto riguarda la gestione del delicato processo dei malati terminali che scelgono di porre fine alla propria vita. Il 61% degli intervistati ha dichiarato di sostenere detta procedure quando è richiesto che i pazienti abbiano una malattia terminale e un’aspettativa di vita di non più di sei mesi, prima che possa qualificarsi per ricevere sostanze controllate con lo scopo di porre fine alla vita.

59% ha dichiarato di sostenere una tale legge quando per avere i farmaci letali, il paziente deve fare una richiesta orale seguita da una scritta poi un’altra richiesta orale 15 giorni dopo.

Il disegno di legge segue lo schema della legge in vigore da 22 anni nello stato Oregon.

Introduzione

Il disegno di legge HB 105 è un atto relativo alla sanità pubblica che:

  1. Stabilisce disposizioni relative ai certificati medici di morte che riguardano un paziente che autosomministra una sostanza controllata con lo scopo di porre fine alla propria vita;
  2. Autorizza un medico a prescrivere una sostanza controllata con lo scopo di porre fine alla vita di un paziente in determinate condizioni di salute;
  3. impone requisiti a taluni operatori sanitari relativi alle cartelle cliniche di un paziente che richiede una sostanza controllata con lo scopo di porre fine alla propria vita;
  4. Vieta a persone diverse da un paziente di somministrare una sostanza controllata con lo scopo di porre fine alla propria vita;
  5. Garantisce l’immunità a determinati operatori sanitari che vogliono intraprendere determinate azioni relative alla prescrizione o alla dispensazione di una sostanza controllata con lo scopo di porre fine alla vita di un paziente;
  6. Vieta determinati atti fraudolenti o coercitivi allo scopo di far sì che una persona auto somministra una sostanza controllata con lo scopo di porre fine alla vita di detta persona;
  7. Autorizza il proprietario o l’operatore di un ente sanitario a vietare a determinate persone di fornire determinati servizi relativi a una sostanza controllata con lo scopo di porre fine alla vita di un paziente;
  8. Vieta a una persona di condizionare le disposizioni di un testamento, contratto, accordo o polizza di assicurazione sulla vita sulla base di una richiesta o acquisizione o somministrazione di una sostanza controllata con lo scopo di porre fine alla vita di detta persona;
  9. Vieta a un assicuratore di rifiutare di vendere o fornire un’assicurazione sulla vita o negare prestazioni o imporre oneri aggiuntivi a un assicurato o a un beneficiario perché l’assicurato ha fatto o revocato una richiesta di sostanza controllata con lo scopo di porre fine alla vita dell’assicurato;
  10. Prevede sanzioni; e
  11. Stabilisce altre disposizioni.

Sintesi della legge

La legge vigente (Nevada Revised Statutes – NRS) autorizza un paziente, in determinate circostanze a cui è stata diagnosticata una malattia in fase terminale a rifiutare il trattamento di rianimazione o di mantenimento della vita (NRS – Chapter 449.112). Inoltre, stabilisce determinati requisiti relativi alla prescrizione di sostanze controllate (NRS – Chapter 453).

Il disegno di Legge stabilisce disposizioni che disciplinano la prescrizione, l’erogazione e la somministrazione di sostanze controllate per porre fine alla vita di un malato ed è articolato come segue:

Le sezioni 1 e 3 prevedono che un patologo, un medico legale o un funzionario sanitario locale non siano tenuti a:

  1. certificare la causa di tale morte;
  2. o indagare su determinate circostanze di tale morte.

La sezione 2 richiede un certificato di morte che indica le condizioni terminali del paziente come causa di morte del paziente.

  Le sezioni 5-31 autorizzano un paziente, in determinate circostanze, ad autosomministrare una sostanza controllata per porre fine alla propria vita.

Le sezioni 6-12 definiscono i requisiti per poter chiedere la prescrizione di una sostanza controllata.

La sezione 14 autorizza un paziente a richiedere al proprio medico di prescrivere una sostanza controllata con lo scopo di per porre fine alla propria vita quando:

(1) ha almeno 18 anni;  

(2) è stata diagnosticata una condizione terminale da almeno due medici;

3) risiede in questo Stato;

4) ha preso una decisione informata e volontaria di porre fine alla propria vita;

5) è capace di intendere e volere (capacità); e

(6) non richiede la sostanza controllata a causa della coercizione o dell’influenza indebita.

La sezione 15 prescrive alcuni requisiti relativi al modo in cui un paziente può richiedere una sostanza controllata con lo scopo di porre fine alla sua vita, tra cui la presentazione di due richieste orali e una richiesta scritta per la sostanza controllata. La richiesta scritta per la sostanza controllata deve essere firmata da due testimoni.

La sezione 16 prescrive il modulo per la richiesta scritta di sostanza controllata.

La sezione 17 impone determinati requisiti, sia per il paziente che per il medico, prima che un medico possa prescrivere una sostanza controllata con lo scopo di per porre fine alla vita di un paziente:

1) informare il paziente del suo diritto di revocare una richiesta di sostanza controllata in qualsiasi momento;

2) determinare e verificare che il paziente soddisfi i requisiti per effettuare tale richiesta;

3) indirizzare il paziente a un medico consulente in grado di confermare la diagnosi, la prognosi e la capacità di intendere e volere del paziente;

4) istruire il paziente contro l’autosomministrazione in pubblico della sostanza controllata; e

5) raccomandare al paziente di notificare ai suoi parenti prossimi la decisione del paziente di porre fine alla propria vita.

La sezione 18 richiede che un medico determini quando un paziente che ha richiesto una prescrizione per una sostanza controllata con lo scopo di porre fine alla propria vita, potrebbe non essere capace a prendere decisioni, di deferire il paziente a uno psichiatra o a uno psicologo per ricevere conferma sulla suddetta capacità del paziente.

Le sezioni 19 e 38 prevedono che solo un medico curante o un farmacista possa dispensare una sostanza controllata con lo scopo di per porre fine alla vita di un paziente.

La sezione 19 prescrive inoltre il modo in cui tale sostanza controllata deve essere dispensata.

La sezione 20 vieta a un medico curante di prescrivere una sostanza controllata con lo scopo di porre fine alla vita di un paziente in base all’età o alla disabilità del paziente.

La sezione 21 impone ad alcuni operatori sanitari di includere nella cartella clinica del paziente alcune informazioni relative alle richieste, alle prescrizioni e alle erogazioni di una sostanza controllata con lo scopo di porre fine alla vita. Richiede inoltre qualsiasi interazione tra un paziente e un medico, psichiatra o psicologo relativa alla prescrizione di una sostanza controllata con lo scopo di porre fine alla vita del paziente.

La sezione 24 prescrive alcune informazioni che devono essere segnalate alla Divisione di Salute Pubblica e Comportamentale del Dipartimento della Sanità e dei Servizi Sociali relative a un paziente che ha autosomministrato una sostanza controllata.

La sezione 25 impone alla Divisione di compilare una relazione annuale relativa all’attuazione delle disposizioni del presente disegno di legge che autorizza un paziente a richiedere una prescrizione per una sostanza controllata con lo scopo di porre fine alla propria vita.

Le sezioni 24, 37 e 40 prevedono che tali informazioni non sono da considerarsi riservate se segnalate alla Divisione.

La sezione 22 consente al paziente, in qualsiasi momento, di revocare una richiesta di sostanza controllata con lo scopo di porre fine alla propria vita.

Le sezioni 23 e 34 prevedono che solo il paziente al quale è prescritta una sostanza controllata con lo scopo di porre fine alla propria vita, possa autosomministrare la sostanza controllata.

La sezione 23 prevede lo smaltimento di qualsiasi porzione non utilizzata della sostanza controllata.

La sezione 26 rende alcune categorie di fornitori di assistenza sanitaria esenti dalla disciplina professionale, immuni da responsabilità civile e penale e prevede che tali fornitori non violino alcun standard di assistenza applicabile per intraprendere determinate azioni per assistere un paziente nell’acquisizione di una sostanza controllata con lo scopo di per porre fine alla propria vita.

La sezione 27 prevede che un decesso derivante dall’autosomministrazione di una sostanza controllata con lo scopo di porre fine alla vita di un paziente non sia suicida o omicidio se fatto in conformità con le disposizioni del presente disegno di legge.

Le sezioni 28 e 35 vietano a una persona di impedire o chiedere a una altra persona di presentare o revocare una richiesta di sostanza controllata volta a porre fine alla vita come condizione per ricevere assistenza sanitaria o come condizione inserita in un accordo, un contratto o un testamento.

La legge vigente rende reato di categoria A somministrare veleno o promuovere la somministrazione di veleno con l’intenzione di causare la morte di una persona. Tale reato è punibile con l’ergastolo con diritto alla libertà vigilata dopo 5 anni o con una pena definitiva di 15 anni con diritto alla libertà vigilata dopo 5 anni.

La sezione 29 di questo disegno di legge rende un reato di categoria A con le relative pene, commettere determinati atti fraudolenti o coercitivi volti a far sì che una persona autosomministra una sostanza controllata con lo scopo di porre fine alla vita di detta persona.

La sezione 30 di questo disegno di legge chiarisce che un medico non è tenuto a prescrivere una sostanza controllata con lo scopo di porre fine alla vita di un paziente ma rimane responsabile delle cure del dolore del paziente. La sezione prevede inoltre che un farmacista non sia tenuto a compilare una prescrizione o a dispensare tale sostanza controllata.

La sezione 31 consente al proprietario o all’operatore di una struttura sanitaria di vietare a un dipendente o un operatore indipendente che rende servizi nella detta struttura sanitaria o a qualsiasi persona che fornisca servizi nei locali della struttura sanitaria, di fornire servizi relativi alla prescrizione di una sostanza controllata con lo scopo di porre fine alla vita di un paziente, mentre opera nell’ambito del suo impiego o contratto con la struttura o mentre si trova in uno dei locali della struttura.

Le sezioni 32 e 33 apportano le necessarie modifiche per chiarire che un medico o un farmacista può dispensare una sostanza controllata con lo scopo di per porre fine alla vita di un paziente e un paziente può autosomministrare tale sostanza controllata in conformità con altre disposizioni che disciplinano le sostanze controllate destinate a porre fine alla vita di un paziente.

L’articolo 36 prevede che una persona protetta proponente non sia considerata bisognosa di un tutore generale o speciale, in quanto la persona protetta proponente ha richiesto una sostanza controllata con lo scopo di porre fine alla propria vita o ha revocato tale richiesta.

L’articolo 39 della presente legge chiarisce che un infermiere registrato con grande esperienza non è autorizzato a prescrivere una sostanza controllata con lo scopo di per porre fine alla vita di un paziente.

Le sezioni 41 e 42 di vietano agli assicuratori di:

(1) rifiutare di vendere, fornire o emettere una polizza di assicurazione sulla vita o di un contratto di assicurazione sulla vita di gruppo o di rendita o di applicare un’aliquota più elevata perché una persona avanza o revoca una richiesta di sostanza controllata con lo scopo di porre fine alla vita della persona o autosomministra tale sostanza controllata; o

2) condizionare le prestazioni di assicurazione sulla vita, le prestazioni di assicurazione sulla vita di gruppo o il pagamento di richieste di risarcimento in merito al fatto che l’assicurato faccia, non faccia o revochi una richiesta di sostanza controllata con lo scopo di porre fine alla vita dell’assicurato o a somministrare tale sostanza controllata.

La sezione 43 apporta una modifica conforme per inserire questo divieto in una polizza di assicurazione sulla vita di gruppo.

Johannes Agterberg                                                                        29 marzo 2021

Fonti:

Government of Nevada: Disegno di legge SB105;

Nevada Revised Constitutions: articoli 449°, 453 ed altri;

Compassion and Choices;

Public Policy Polling (State of Nevada: Sondaggio pubblicato 2 Maggio 2017

IL’8 giugno 2020 è stata presentata al Senato dello Stato di Massachusetts (quasi sette milioni di abitanti) la proposta di legge per quanto riguarda le opzioni di fine-vita. (Massachusetts’ End of Life Options Act – in seguito la Legge).

La Legge stabilisce i requisiti che il medico curante deve rispettare nella prescrizione di medicinali letali, che il paziente può auto-somministrarsi per morire in modo pacifico.

Gli aspetti più importanti per l’accoglimento della richiesta dell’aiuto a morire sono:

  1. Che si tratta di un maggiorenne (18 anni e più) e che è residente nello Stato di Massachusetts;
  2. Che il paziente si trova nella fase terminale della sua vita, cioè che ragionevolmente può essere previsto il decesso entro sei mesi, indipendentemente se il paziente riceve trattamenti;
  3. Il paziente deve chiedere verbalmente al medico curante la prescrizione per ottenere i medicinali letali. Trascorso almeno 15 giorni il paziente deve presentare una richiesta scritta, sottoscritta oltre dal paziente da due testimoni che devono dichiarare tra altro che il paziente:
      • Agisce volontariamente;
      • Non è stato costretto a firmare la richiesta.
  1. L’obbligo del medico curante è:
      • Accertare che il paziente è maggiorenne, abito nello Stato, soffre di una malattia terminale, è capace di intendere e volere, che la richiesta è volontaria e che lui ha informato il paziente delle conseguenze della sua decisione;
      • Per garantire che il paziente prende una decisione informata, il medico curante informa il paziente sulle diagnosi, le prognosi, i rischi correlati alle medicinali prescritte e il suo effetto e le alternative fattibili e possibilità di trattamenti addizionali, incluso, ma non limitate, alle cure palliative.
      • Il medico deve fare intervenire un medico consulente ed eventualmente anche uno psichiatra per confermare le diagnosi e le prognosi per accertare che il paziente è capace di intendere e volere e che la richiesta è volontaria. Per ottenere detta conferma il medico consulente visita il paziente e analizza il suo dossier medico. Emette un rapporto scritto delle sue conclusioni.
      • Il medico raccomanda che il paziente informa i parenti più stretti, che un’altra persona è presente durante la auto-somministrazione, istruisce il paziente come prendere le medicine letali e che ha compilati altri documenti previsti dalla Legge;
      • Informa il paziente che può rescindere dalla richiesta in qualsiasi momento e in qualsiasi modo.
  1. Il medico curante prepara la documentazione richiesta e allega altri documenti come, per esempio, la richiesta scritta. Inoltre, registra le richieste ricevute, il numero delle prescrizioni, le richieste annullate, il numero di pazienti che ha preso le medicinali letali, le caratteristiche socioeconomiche e demografiche ed jkjkjkjeventuali disabilità. Annualmente questi dati saranno trasmessi al Dipartimento di Sanità e resi pubblici.
  2. L’auto-somministrazione di medicinali letali non è considerata un suicidio e quindi non ha effetto sulle assicurazioni vita ed altre del paziente.
  3. Il medico non è obbligato a collaborare alla prescrizione di medicinali letali. In tal caso su richiesta del paziente il medico deve trasferire il dossier medico al medico subentrante.
  4. Gli istituti di cura devono informare, su richiesta, sulla loro linea di condotta per quanto riguarda la prescrizione di medicinali letali, come previsto dalla Legge.
  5. Nessuna rianimazione è effettuata quando il paziente, nelle sue disposizioni di trattamento (Medical Order for Life-Sustaining Treatment) ha indicato che non vuol essere rianimato.

Entro 31 dicembre 2020 la Commissione Salute emetterà il suo parere di approvare o mene la proposta di legge.

La identica commissione della Camera dei deputati (the House) ha raccomandato il 15 giugno 2020  di approvare la Legge.

Johannes Agterberg      16 agosto 2020                

 Il 25 febbraio 2021 il Congresso dello Stato di New Mexico (Stati Uniti), con 39 voto a favore e 27 contrari, ha approvato la “Elizabeth Whitfield End-of-Life Options Act, HB 47” in seguito la Legge.

La Legge legalizza l’assistenza medica a morire (Medical Assistance In Dying), in seguito MAID, permette a un adulto malato in fase terminale della malattia, mentalmente capace di decidere autonomamente e con una prognosi di vita di sei mesi o meno, la possibilità di richiedere, ottenere e assumere farmaci per morire pace, se e quando lo desidera.

Elizabeth Whitfield, la promotrice della Legge, è deceduta in 2018 a causa di un tumore al seno.

La legge è modellata sull’Oregon Death with Dignity Act (la Legge che legalizza la MAID) in essere nello stato di Oregon. La Dignity Act è in vigore da 22 anni senza che si è verificato un singolo caso di abuso o coercizione e prevede salvaguardie e protezioni forti per i malati, per il personale sanitario e i cari del paziente, coinvoltti nell’applicazione del MAID

La MAID è stata autorizzata a Washington DC e in nove stati: California, Colorado, Hawaii, Montana, Maine, New Jersey, Oregon, Vermont e Washington. Complessivamente, queste dieci giurisdizioni rappresentano più di un americano su cinque (circa 22% oppure 72 milioni di cittadini).

Di seguito sono elencati alcuni dei punti salienti, i criteri di ammissibilità e i principi chiave della Legge. Riconosciamo che questa versione è stata oggetto di molti dibattiti e discussioni, quindi, come molti progetti di legge, è stata modificata durante l’iter legislativo.

I punti salienti della Legge

Seguono i punti più salienti della legge:

  1. Requisiti rigorosi

Per poter usufruire della MAID, una persona deve essere maggiorenne (18 anni e oltre), soffrendo di una malattia terminale, mentalmente in grado di prendere una decisione informata e deve essere residente nel New Mexico. Inoltre, la persona deve essere in grado di auto-somministrarsi il farmaco per morire in pace.

  1. Forti salvaguardie

Un paziente avvia il processo, chiedendo a un operatore sanitario (medico, assistente medico e infermiere abilitato e di provata esperienza) di prescrivere i farmaci che possono essere auto-somministrati per provocare una morte in pace.  Due operatori sanitari di cui un medico devono stabilire che la persona è in fase terminale della malattia ed è mentalmente in grado di prendere una decisione informata. In caso di dubbio, i due operatore sanitari devono indirizzare il paziente per una valutazione a un professionista della salute mentale abilitato (p.e. uno psichiatra). Il processo può continuare solo se quel professionista determina che il paziente ha la capacità mentale di prendere una decisione informata. I pazienti ricoverati in un hospice sono considerati terminali e non è richiesta una seconda conferma. Le persone non possono beneficiare della MAID esclusivamente a causa dell’età o della disabilità.

  1. Processo decisionale informato

I due operatori sanitari devono garantire che la persona presenti la richiesta volontariamente e devono spiegare tutte le conseguenze della decisione, i rischi associati e le possibili alternative, comprese le cure palliative, quelle del dolore e il ricovero in un hospice.

La richiesta definita come “Richiesta di porre fine alla mia vita in modo pacifico” di cui il contenuto è stabilito dalla Legge, deve essere compilata in presenza di due testimoni. Solo un testimone può essere un parente.

  1. Tranquillità.

Il paziente dichiarato idoneo può ritirare la richiesta, non assumere il mezzo letale una volte ricevuto o cambiare idea in qualsiasi momento.

I dati dello Stato di Oregon mostrano che circa un terzo delle persone che ottengono la prescrizione per la MAID non sceglie mai di auto-somministrarla. Alcuni muoiono prima di sentire il bisogno di usarlo. Per altri, il solo sapere di avere i mezzi per porre fine alla loro sofferenza, se diventa insopportabile, provoca una serenità e migliora la loro qualità di vita.

  1. Garantire l’accesso

La Legge prevede un periodo di attesa di 48 ore tra la richiesta della prescrizione e la consegna al paziente del mezzo letale letale per garantire un accesso tempestivo ai pazienti sofferenti e terminali. Due testimoni devono essere presenti durante la compilazione  del modulo richiesto “Richiesta di porre fine alla mia vita in modo pacifico” contenuto nel disegno di legge. Solo un testimone può essere un parente.

Autorizzare oltre al medico anche gli infermieri abilitati di provata esperienza e gli assistenti-medico, di assistere il paziente nella richiesta della MAID, garantisce il suo accesso alle comunità in tutto lo stato.

  1. Proteggere il personale sanitario medici e persone care al paziente

La Legge afferma esplicitamente che la MAID non è un “suicidio”. Medici, infermieri e persone care sono protetti contro la denuncia e il successivoprocesso per “aver assistito al suicidio”. Inoltre, il rispetto della legge in buona fede non può essere interpretato come un comportamento non professionale o considerato negligente. La legge impone che il certificato di morte elenchi la malattia sottostante come causa della morte. Vieta inoltre che qualsiasi polizza assicurativa sia condizionata o influenzata da un paziente che si avvale della legge. L’assistenza medica in caso di morte è interamente volontaria per i pazienti, gli operatori sanitari e i farmacisti. Nessuno è obbligato a partecipare.

  1. Compassione per la sofferenza altrua

 Come in altri stati (degli Stati Uniti), ci si può aspettare che la legge venga utilizzata solo da una piccola percentuale di pazienti terminali (<1/2 dell’1%), ma per coloro che soffrono in modo insopportabile alla fine della vita , fornisce una misura di controllo e una pace incommensurabile. È una questione di diritti umani fondamentali. Gli operatori sanitari che scelgono di partecipare agiscono in modo etico e adempiono agli obblighi più elevati della loro missione: alleviare la sofferenza.

  1. Praticato in sicurezza

In Oregon, Washington, Montana, Vermont, California, Colorado, Hawaii, New Jersey, Maine e Washington DC, non si è verificato un solo caso di abuso o coercizione, né alcuna denuncia criminale o accusa disciplinare. Le poche contestazioni sono state tutte archiviate. La MAID è una pratica medica sicura ed efficace.

Le Legge in breve

 Segue un riassunto della legge che riprende non solo le informazioni sopra descritte ma le integra ulteriormente.

Per qualificarsi prima di ottenere i mezzi letali per porre fine alla vita ai sensi della Legge, un paziente deve:

  • Aver compiuto 18 anni o più.
  • Essere diagnosticato di una malattia terminale incurabile e irreversibile, che causa o causerà sofferenze insopportabili, suscettibile a provocare la morte entro 6 mesi.
  • Mentalmente capace di prendere una decisione informata.
  • Fisicamente in grado di somministrarsi autonomamente il farmaco per porre fine alla vita.
  • Una persona qualificata deve firmare un modulo di richiesta in presenza di due testimoni che sia esplicito sulla comprensione e la richiesta di assistenza medica in caso di morte;
  • La prognosi deve essere confermata da un altro operatore sanitario, se il paziente non è ricoverato in un hospice;
  • Nel caso di un dubbio è necessaria una consulenza professionale per accettare la salute mentale per valutare e affermare la capacità di poter prendere autonomamente la decisione per voler morire, prima che i farmaci possano essere prescritti;
  • Il disegno di legge crea un “diritto di sapere” su tutte le opzioni appropriate dal punto di vista medico e disponibili per il paziente;

° Gli operatori sanitari prescrittori devono rispettare i requisiti di documentazione delle cartelle cliniche e rendere disponibili i dati richiesti al Dipartimento della Salute del New Mexico;

  • Il disegno di legge garantisce l’immunità dalla responsabilità civile e penale e dalla disciplina professionale per tutti i soggetti coinvolti purché forniscano ragionevole cura e in buona fede in conformità alla Legge.
  • Nessun operatore sanitario è tenuto a partecipare all’ applicazione o di onorare la richiesta del MAID di un paziente. Detta posizione da obiettore di coscienza va resa pubblica e la pratica deve essere trasferita a un altro medico o istituzione che poi provvede a applicare la MAID;
  • La Costituzione dello Stato del New Mexico, che proibiva l’assistenza al suicidio è stata modificata per creare una chiara eccezione per coloro che agiscono ai sensi della Legge;
  • Gli operatori sanitari prescrittori devono rispettare la confidenzialità e i requisiti della documentazione delle cartelle cliniche e rendere disponibili i dati richiesti al Dipartimento della Salute del New Mexico.

Johannes Agterberg                                                               20 marzo 2021

Fonti;    End-of-Life Options Coalition

                Death with Dignity Association

                Elizabeth Whitfield End-Of-Life Options Act, HB47

 

Come stabilito dalla legge l’Ufficio di Stato della Medicina Legale ha emesso il sommario annuale dei casi segnalati di prescrizioni di medicinali letali a pazienti che ne hanno fatto richiesta per morire in modo dignitoso, durante il periodo 1° agosto – 31 dicembre 2019.

La legge è stata approvata il 12 aprile 2019 ed è entrata in vigore dal 1° agosto 2019. Il numero delle segnalazioni è molto basso come vedremo in seguito. Le cause sono il breve periodo di osservazione e il fatto che la legge non è ancora molto conosciuta tra la popolazione e le incertezze iniziali dei medici curanti, fattori che si è anche visti in altri Stati e paesi dopo la legalizzazione dell’eutanasia e o l’assistenza al suicidio. Si vogliono alcuni anni prima che una legge di questa natura sia portata alla conoscenza dei cittadini e che i dubbi dei medici siano rimossi.

Dodici sono i casi segnalati, ugualmente divisi tra uomini e donne, undici bianchi e un asiatico, nove con la laurea breve o superiore, sette malati di cancro e tre di malati degenerative (SLA), l’età media 71 anni e dieci persone sono decedute a casa.

Anche se i numeri sono limitati le tendenze sono in linea con quanto visto in altri stati federali e paesi.

La proposta di legge presentato nello Stato Massachusetts’ ricalca in grande linea quella in vigore nel New Yersey. Per il contenuto si rimanda a detta proposta, descritta nel punto precedente.

Johannes Agterberg – 16 agosto 2020

31 gennaio 2019 – Stati Uniti: Lo Stato di New Jersey legalizza il suicidio assistito.

L’Assemblea dello Stato di New Jersey ha approvato la legge che permette l’assistenza (di un medico) al suicidio (Medical Aid in Dying – MAID) per i malati terminali (proposta di legge A 1504).

Il Governatore ha firmato la legge il 12 aprile 2019, che entra in vigore l’1 agosto prossimo.

I criteri più importanti disciplinati, affinché i pazienti possano accedere al MAID, so0no:

  • Maggiorenne (18 anni);
  • Capaci di intendere e volere;
  • Residente nello stato di New Jersey:
  • La sua malattia è terminale accertata dal medico curante e un secondo medico indipendente.

Le altre procedure da seguire riguardano la modalità della richiesta del MAID, la sua valutazione e la sua applicazione e la segnalazione del MAID avvenuto alle autorità competenti. Di fatto il contenuto della legge non si scosta significativamente da quelle in vigore in altri stati.

New Jersey (9.000.00 di abitanti) è il nono stato dopo le Hawaii, dove è legalizzato il MAID, mentre nello stato di New York (20.000.000 di abitanti) una legge analoga sarà discussa fra breve nel Parlamento.

Nello stato di Montana, dove non esiste una legge che legalizza il MAID ma grazie a una sentenza della Suprema Corte nel 2009 il MAID è consentito, è stata respinta, il 14 febbraio scorso, dalla Camera dei Deputati una proposta di legge per il divieto del MAID.

Johannes Agterberg, 30 aprile 2019

Fonti: Sito ufficiale dello stato di New Jersey e la newsletter del Death With Dignity National Center, Portland-Oregon.

In giugno 2020 il Sindicato Médico de Uruguay (l’Ordine dei Medici di Medicina Generale) ha pubblicato i risultati del sondaggio effettuato tra la popolazione del paese per conoscere l’opinione dei cittadini per quanto riguarda l’eutanasia e il suicidio assistito.

68% degli intervistati è a favore e 14% non contrario all’eutanasia in tutta sicurezza.  Notevole è la posizione dei cattolici, cioè 83%, un punto superiore alla media nazionale, è a favore. Questo risultato dovrebbe fare riflettere gli oppositori al fine-vita volontario.

Detto percentuale scende a 62% per l’assistenza al suicidio.

Quasi contemporaneamente il deputato Ope Pasquet, della coalizione di centro-destra attualmente al governo, ha presentato una proposta con lo scopo di legalizzare l’eutanasia e il suicidio medicalmente assistito (in seguito eutanasia)

Segue un riassunto delle normative più significative incluso nella proposta:

  1. Può avanzare una richiesta di eutanasia un maggiorenne, capace di intendere e volere, affetto da una patologia terminale, irreversibile e afflitto da sofferenze insopportabili. Il medico, seguendo questi requisiti, non è punibile. Nel memorandum esplicativo il deputato pone l’attenzione ai minori che hanno sviluppato una maturità di prendere autonomamente le decisioni che riguardano la loro malattia. Infatti, la legge “Diritti e Doveri del Paziente e dell’Utente” riconosce il diritto ai minori di prendere le decisioni che riguardano la loro salute. Lo stesso è previsto nella legge “Volontà anticipata”.
  2. Il medico curante deve chiedere un parere a un altro medico per quanto riguarda il rispetto delle condizioni indicate al punto 1. Detto medico deve visitare il paziente e la sua diagnosi deve riferirsi inoltre alla documentazione medica del richiedente eutanasia. Nel memorandum esplicativo si osserva che nel caso di diversità di opinione tra il medico curante e il medico consulente, il caso potrà essere sottoposta a un Collegio di Medici.
  3. Il medico curante dialoga con il paziente, in modo completo e comprensibile, per assicurarsi che conosce e comprende la sua situazione e che la volontà di porre fine alla sua vita è libera, seria e consistente. Il medico informa sui possibili trattamenti terapeutici e sulle cure palliative ed il loro effetto In 2019 circa 59% (in 2011 detta percentuale era 19%) della popolazione ha accesso alle cure palliative, copertura che continua a crescere grazie a un nuovo piano di investimento del governo. Devono trascorrere almeno 15 giorni tra il primo e secondo colloquio per accertare nuovamente la volontà del paziente già espressa in precedenza. In base a colloqui e il dossier medico, il medico curante redige la sua opinione, controfirmata del paziente, o da una terza persona, nel caso che il richiedente non è in grado di firmarlo.
  4. Trascorsi almeno altri tre giorni dopo il secondo colloquio, il paziente che persiste nel suo desiderio di morire, redige la richiesta scritta di eutanasia davanti a due testimoni. Nel memorandum, esplicativo è indicato che nel caso della perdita della capacità di intendere e volere, il paziente deve aver indicato nella dichiarazione anticipata di volontà il responsabile per l’esecuzione di questa volontà.
  5. La richiesta di eutanasia è sempre revocabile senza nessuna formalità;
  6. Il medico è responsabile per la corretta somministrazione del medicinale letale a chi ne ha richiesta.
  7. Il medico informa immediatamente la Commissione Etica del Ministero della Sanità, allegando la documentazione sullo svolgimento della procedura di accoglimento della richiesta di eutanasia.
  8. Nel caso che la Commissione è del parere che il medico non ha seguito i requisiti previsti dalla legge, informa il Pubblico Ministero.

Secondo la proposta, non ancora in discussione nel Parlamento, l’eutanasia è possibile solo per malati terminali, escludendo altre condizioni fisiche e psichiche che comportano sofferenze insopportabili come la SLA o l’accumulo di affezioni ognuna per sé non terminale.

Nel memorandum esplicativo indica che è prevista l’obiezione di coscienze che è consentito, purché fornisca il dossier medico e tutte le altre informazioni utili per giudicare la richiesta di eutanasia, al medico subentrante.

Il medico, obiettore di coscienza, è obbligato a iscriversi in un apposito registro onde evitare perdita di tempo nella ricerca di un medico disposto ad accogliere la richiesta del paziente.

Johannes Agterberg , 22 agosto 2020

Con ringraziamenti a Italo Bove, Consigliere della MADU Muerte Digna Uruguay per la preziosa informazione.

La storia dietro la notizia

Nel novembre 2013, Davison ha aiutato il Dr. Anrich Burger a terminare la sua vita. Burger era tetraplegico dopo un incidente automobilistico nel 2005. La sua disabilità lo aveva costretto a smettere di praticare come medico e lo privò della vita molto attiva che aveva guidato, e amò, prima dell’incidente.

Non è stato in grado di muovere alcuna parte del suo corpo sotto il collo, ma ha anche sofferto diverse complicazioni dalla sua ferita, tra cui un forte dolore neuropatico che spesso lo ha lasciato incapace di frequentare il suo forum, cosa che lo stressava profondamente. In un’intervista con la rivista YOU, il Dr. Burger ha dichiarato chiaramente e pubblicamente che voleva morire.

Dopo un po’ di tempo, Burger, che, nonostante il dolore costante non in una condizione di saluto da considerare come terminale, affrontò l’argomento se Davison, consapevole del dolore e della tristezza che il dottore stava sperimentando ogni giorno, lo avrebbe aiutato a morire. Davison era d’accordo, convinto che era quello che Burger voleva davvero. Nessuna dei due ha preso la decisione in modo affrettato o superficiale e molti mesi sono passati fino a quell’ultimo giorno in novembre. La più grande paura di Burger era che qualcosa succedesse a Davison, lasciandolo intrappolato.

Essendo un medico, Davison ha avuto accesso al farmaco richiesto (fenobarbitolo) e l’ha acquistato da una farmacia. Il fenobarbitolo è un forte barbiturico utilizzato anche come anti-convulsivante e sedativo. Il Dr Burger organizzò l’hotel e bevve lui stesso le medicine, cioè si uccise. Sean Davison era lì solo quando il Dr. Burger si è suicidato e si è assicurato che il suicidio avesse avuto successo.

Poiché il suicidio è legale in Sud Africa, Davison non ha commesso un crimine solo essendo lì e non si aspettava un’indagine penale. Ha parlato apertamente della morte del suo amico. In quell’anno ha detto: quello che è successo è stato, nella migliore delle ipotesi, legalmente controverso, e nel caso dovesse essere arrestato, sarebbe successo ormai.

Nel corso degli anni Davison ha commentato quanto disinteressata fosse la procura per quanto riguarda il suicidio assistito in questo paese (Sud Africa) dopo la sua ammissione pubblica di aiutare il Dr Burger nel 2014. Persino Robin Stransham-Ford, un avvocato della Corte Suprema, ha detto che il tribunale non poteva più intervenire Davison gli ha concesso un decesso assistito medicalmente, non perseguibile dal pubblico ministero, perché non era neanche intervenuta in seguito alle suddette dichiarazioni di Davison.

Il processo e la condanna

E poi nel settembre 2018………..

Dall’oscurità è apparso, nel settembre del 2018, il procuratore della repubblica e ha arrestato Sean Davison, accusandolo dell’omicidio premeditato (!?) del Dr Anrich Burger nel 2013.

Per le ragioni sottoindicato, Sean Davison di origine neo zelandese, ha accettato un patteggiamento con i giudici del tribunale di Città del Capo in seguito all’accusa di aver commesso tre omicidi. Sarà posto agli arresti domiciliari per tre anni.

Il rischio di essere condannato con tre ergastoli era troppo alto per lui, considerando i suoi tre figli e il peso psicologico che un tale processo provoca per lui, per la sua famiglia e per i familiari delle persone decedute.

Sean Davison ha dichiarato dopo aver raggiunto l’accordo:

Cari amici e sostenitori
In un accordo di patteggiamento con il tribunale sudafricano, mi sono dichiarato colpevole delle tre accuse di omicidio che ho dovuto affrontare e ho ricevuto una condanna a tre anni di arresti domiciliari nella mia casa a Città del Capo.
Accetto la sentenza. Sarò sui media di oggi e domani mi hanno già dimenticato. Ma ci sarà un altro Sean Davison, e poi un altro, e un altro, perché questo problema non andrà risolto finché non avremo una nuova legge, una legge compassionevole, una legge che non confonde l’eutanasia con l’omicidio.
Ho promesso solennemente alla corte di non infrangere la legge. Prometto anche al pubblico in Sudafrica, e in ogni paese civile, che un giorno ci sarà una legge che permetterà a qualcuno che soffre in modo insopportabile, senza speranza di recupero, di avere la scelta di una morte dignitosa assistita.
So che ci saranno molte persone deluse che ho accettato un patteggiamento, e non sono andato in giudizio. Se avessi fatto questo, potrei essere stato giudicato non colpevole, e quindi portare a un cambiamento di legge. Tuttavia, stavo affrontando tre ergastoli in carcere e la posta in gioco era troppo alta. Ho tre bambini piccoli e i miei figli vogliono un padre non un martire.
Voglio ringraziare le migliaia di persone in Sud Africa e in tutto il mondo che hanno inviato messaggi di sostegno e incoraggiamento. I nove mesi, da quando sono stato arrestato, è stato un periodo straziante per me e la mia famiglia, e questo sostegno l’ha reso sopportabile.
Sean

Sean Davison, un attivista per il diritto di morte dignitosa, era stato accusato di aver commesso l’omicidio di tre persone gravemente malate e costrette al letto.
Il pubblico ministero ha classificato i tre omicidi come “reati molto gravi”, ma esistevano anche circostanze convincenti per deviare dalla pena minima di quindici anni che la legge prescrive per omicidio. La corte ha osservato che l’accusato ha ammesso quello che ha fatto, si è pentito e non ha sottoposto i familiari al trauma di assistere come testimoni.
Oltre all’arresto domiciliare, Davison è condannato a svolgere lavori di volontariato per lo stesso periodo.

Quali sono i casi sottoposti al giudizio del tribunale.

1. Anrich Burger: quadriplegico dopo un incidente nel 2005 con la macchina. Era totalmente dipendente di altri. Volevo andare in Svizzera per l’assistenza al suicidio ma la sua condizione di salute non lo permetteva, Il 13 novembre 2013 Davison offriva una bevanda letale e dopo il decesso di Burger chiamava i familiari.La madre di Burger ha dichiarato “Sento che l’accusato non deve essere perseguito perché mio figlio voleva morire e l’accusato assisteva mio figlio perché non era capace di farlo lui stesso a causa delle sue disabilità”.

2. Justin Varian: Ha subito un attacco cardiaco nel 2010 ed era diagnosticata una malattia motoneurone. Non poteva muoversi e aveva difficoltà di deglutire. Aveva chiesto più volte al suo fratello di portarlo ad Amsterdam o a Svizzera per morire ma il fratello rifiutava. E’ morto il 25 luglio 2015 con l’assistenza di Davison.
“Ha sofferto per molto tempo e voleva scegliere quando morire e con quale forma di dignità “, ha detto il fratello in una dichiarazione giurata inviata dalla Repubblica d’Irlanda.

3. Richard Holland: Era un atleta finché è stato battuto giù dalla bicicletta durante un allenamento in Dubai nell’ottobre 2012. L’incidente ha causato un danno severo al cervello tale che non poteva più muoversi e comunicava con il movimento degli occhi. Era nutrito artificialmente tramite un tubo nello stomaco, soffriva di emicrania e di dolori forti a causa della spasticità muscolare. Dopo aver chiesto, davanti ai familiari, se aveva ancora il desiderio di morire e dopo il sì del malato, Davison ha somministrato una dose letale di fenobarbital.
“Ho consigliato all’avvocato che rappresenta lo Stato che non desidero che l’imputato sia processato”. Mio fratello non aveva una qualità di vita accettabile e ha espresso il desiderio di morire in numerose occasioni “, ha sostenuto la famiglia in una dichiarazione giurata.

Davison, cinquantotto anni è professore in biochimica, è specializzato in DNA e lavoro alla West Cape University in Città del Capo.
In Nuova Zelanda ha aiutato la sua madre, malata in stato terminale, a morire, fornendola morfine (pastiglie schiacciate). Per questo fatto è stato condannato a cinque anni di arresto domiciliare.
Si è trasferito in Sud Africa nel 1991.

Johannes Agterberg, 20 giugno 2019

Fonti: World Federation Right to Die Societies e News24H South Africa.

Il Tribunale nella provincia di Zhejiang ha condannato tre membri di una famiglia per avere commesso un omicidio, avvelenando la signora Weng. La signora soffriva di una malattia autoimmune e aveva chiesto al genero di comprare un veleno per topi che la permetteva di finire le sue sofferenze causate dalla malattia.

In presenza del marito, la figlia e il genero, l’ha ingerito ed è deceduto.

I familiari sono stati condannati da 2 a 5 anni di prigione. Il giudice ha commentato la sentenza, sostenendo che “Dando una pena mite, la società potrebbe erroneamente considerarlo come un incoraggiamento di atti simili. Invece una pena pesante rafforza lo spirito di prudenza”.

Non è il primo caso in Cina. In 2009 una donna è entrata in coma improvvisamente. Dopo una settimana dal ricovero, il marito incapace di sopportare le sofferenze della moglie, ha staccato il tubo della respirazione artificiale e la donna è morta dopo un’ora. Il marito è stato condannato a 5 anni di prigione per omicidio predeterminato.

Un sondaggio nel 2013, effettuato dall’Università di Shanghai su 3.400 cittadini di 34 città, ha evidenziato che 70% degli intervistati non era contrario all’eutanasia. Il Prof. Yan Sanzhong dell’Università di Jiangxi spiega la situazione cinese come segue.”. Cina non è ancora pronta per legalizzare l’eutanasia. A  causa della mancanza di un sistema globale sociale i cittadini non possono ancora scegliere come e quando morire. Il sistema sanitario è troppo concentrato sulle città sviluppato, che rende difficile per ospedali in aree rurali di essere preparati per prendere decisioni di tale portata”. Aggiunge che esiste il rischio che gli anziani vogliono morire per risparmiare denaro ai figli o al contrario i figli possono essere tentati di uccidere i genitori per scappare dalla responsabilità di curarli.

Repubblica presidenziale federale

308.746.000 ab.
  (censimento 2010)

9.833.517 Km²

34 ab/Km²

0,920 (15° posto)

M 76 anni, F 81 anni

Inglese (ufficiale)
Hawaiano (ufficiale nelle Hawaii)
Spagnolo (ufficiale nel Nuovo Messico)
Francese (ufficiale in Louisiana)
idiomi autoctoni

Dollaro USA